“Quello che ho te lo do” At 3,6
“Quello che ho te lo do” At 3,6
Sono arrivata in Brasile, esattamente nello stato di Minas Gerais, da poco tempo.
Mi sono chiesta e mi chiedo, man mano che conosco e vedo questa realtà: cosa posso fare?
Vivo in una zona di favela, con una scuola che ha cento bambini da uno a tre anni, dal lunedì al venerdì con orario continuato dalle 7 alle 17. Quando parlo di favela dico un mondo particolare che ingloba tutto: un sistema di vita, con leggi proprie, con i suoi ritmi, la gente che vive ai limiti della dignità, droga, etc…in tutto questo vi chiederete cosa faccio? Niente!
Niente di fronte a tantissima povertà, alle miniere con le loro dighe che contengono materiali tossici. Tra l’altro una rottura di queste dighe in gennaio scorso ha provocato centinaia di morti a Brumadinho, e tante altre possono rompersi da un momento all’altro.
Cosa faccio? niente di speciale o forse tutto di speciale se penso alla mia impotenza e ai miei limiti. Il non possedere materiale è una possibilità unica di offrire la mia ricchezza umana, di fede, con piccoli gesti concreti (sorrisi, abbracci, carezze, stare con loro) particolarmente a coloro che, abbattuti dalla solitudine, dalla povertà, dalla depressione, dall’emarginazione, cercano risposte e provano a ritrovare quella forza interiore per aprire il cuore a un Dio che è fonte della vera vita, e del vero amore. Io non faccio niente perché è il Signore che opera e io sono un semplice strumento, dove tutte le competenze sono relative; ma il mio modo di essere presente e di vivere in questa terra mi stimola sempre più a dare il meglio di me, e allo stesso tempo mi ricorda che è il Signore che opera e non io.
Ho ricevuto e ricevo tanto e quello che ho ricevuto cerco di metterlo a servizio là dove il Signore mi manda.
Carissimi fate fruttificare il vostro “niente” e non aspettate di vedere i frutti ma siate certi che il Signore opera in tutti e non ci delude mai. Vi aspetto in Brasile.
Fraternamente vi abbraccio
sr Anna Nazaria, Suore Francescane Alcantarine