Il Battesimo, un tesoro da condividere
Il Battesimo, un tesoro da condividere
Mi chiamo Marzia Segatto, faccio parte della Comunità Missionaria di Villaregia e mi trovo attualmente nella periferia di Abidjan, la capitale della Costa d’Avorio, dove sono già stata in precedenza per alcuni anni.
Nel mio cammino di fede ho sperimentato che la grazia del Battesimo ha avuto in me gli stessi effetti della vita fisica. Così come il dono dalla vita acquista significato nella misura in cui diventa vita per gli altri, lo stesso è successo per la vita divina che ho ricevuto col Battesimo. Questo sacramento non è stato un dono solo per me, ma anche per gli altri, come fosse un tesoro da condividere per arricchire tutti quelli che incontravo. In quanto missionaria presente in un contesto di prima evangelizzazione, il nostro primo compito è testimoniare la bellezza di essere cristiani.
Nel servizio pastorale che offriamo come comunità, ci troviamo spesso ad incoraggiare le persone ad iniziare il percorso di catecumenato per raggiungere la tappa del battesimo. Ma l’esperienza più bella è vedere come la grazia di diventare figli di Dio sia capace di portare frutti di vita nuova anche in tanti fratelli appena venuti alla fede. Sebbene vivano in situazioni di povertà, per cui è più difficile perseverare nel cammino, ci sono molti che s’impegnano attivamente mettendosi con generosità a servizio del prossimo. Questa testimonianza rafforza ancora di più la mia fede e mi sostiene nei momenti in cui mi è più difficile essere coerente con le scelte della vita cristiana.
Potete allora immaginare la mia gioia ritornando in Costa d’Avorio, nel rivedere Simplice, un ragazzo che stava facendo il cammino di catecumenato, diventato catechista. Con il suo sorriso contagioso sicuramente è un testimone determinato della sua fede, nonostante la povertà gli abbia tolto l’uso delle gambe. Infatti all’età di quattro anni la poliomelite lo ha costretto a “gattonare” per spostarsi, usando le ginocchia e portando le ciabatte sotto le mani… Suo padre non ha accettato questo handicap e non si è mai occupato di lui, ma dopo la morte della madre è stato accolto da una signora che frequentava la chiesa cattolica. In lui è nato il desiderio di iniziare la catechesi. Nel frattempo si è procurato una sedia a rotelle che facilitasse i suoi spostamenti e si è iscritto ad una scuola di cucito per poter trovare un lavoro.
“Il giorno del mio battesimo” mi racconta “ho provato una grande gioia e mi sono sentito profondamente amato, così dopo la Confermazione mi sono iscritto subito al corso per essere catechista. Volevo condividere tutto quello che avevo ricevuto, dato che per me essere cristiano significa impegnarsi a seguire Dio e neppure il mio handicap mi ha impedito di farlo… Quest’anno seguo una classe di 27 adolescenti che si preparano alla cresima. All’inizio i catecumeni mi scrutano con un po’ di timore e molta curiosità. Una volta mi hanno perfino chiesto se per lavarmi rimanevo sulla sedia a rotelle…”
Con il suo fare gioioso Simplice sa conquistare la simpatia di tutti. Si impegna a dare attenzione a ogni ragazzo senza distinzione, e visita personalmente le famiglie di ciascuno dei suoi catecumeni.
“Cerco soprattutto di stimolarli affinché imparino ad aiutare gli altri. L’anno scorso avevo un adolescente che non si interessava a niente e non ascoltava nessuno e per questo i genitori disperati lo avevano iscritto alla catechesi, nella speranza che cambiasse. Un giorno si è accorto che per me ritornare a casa dopo il corso era più impegnativo, dato che la strada era in salita. Allora ha deciso di accompagnarmi spingendo la carrozzina. Da quel momento è cambiato al punto che i suoi genitori mi hanno perfino offerto un grande pranzo per ringraziarmi…”
Anche quest’anno ci sono ragazzi che gli hanno proposto di essere il loro padrino di battesimo. Lui accetta solo per coloro che non hanno dei genitori cattolici, perché possano avere qualcuno che li guidi verso Dio.
“Il mio più grande desiderio attualmente”, si confida “è di poter costruire una famiglia, per mostrare a tutti, non che Dio ha risolto tutti i miei problemi, ma che Lui non mi abbandona mai”.
Vedere Simplice e tanti altri come lui, riempie il mio cuore di gratitudine. Mi è spontaneo benedire il Signore per essere stata battezzata nel nome della Trinità che mi ha inviata, affinché il mondo possa ricevere la vita di Dio in abbondanza e testimoniare che siamo tutti figli prediletti del Padre.
Marzia Segatto